Tutto ha inizio intorno alla prima metà dell’800, ai piedi della famosa Rupe di Roccella Ionica,anticamente nota come Anphisia.
In questo luogo isolato, un giovane di nome Vincenzo, capostipite della famiglia Errigo, raccoglie di notte le erbe officinali ai piedi della parete rocciosa e le distilla seguendo la ricetta segreta tramandatogli dalla cara madre, per poi vendere gli infusi agli amici più fidati.
Una notte, mentre è intento a distillare, conosce Pietro, giovane avvocato del luogo, che si riuniva lì vicino con altri amici per discutere nell’oscurità della notte. Sono un gruppo di intellettuali patrioti, precursori dei moti Carbonari. Vincenzo, che all’inizio è diffidente, accetta di far provare il suo infuso ai giovani, senza mai chiedere di cosa parlassero durante quegli incontri. Qualche volta sente in lontananza Pietro chiamare il liquore “Rupes”, mentre, insieme ai suoi amici, alza il calice esclamando “Evviva la liberà”, “Evviva la Patria”
La leggenda di Rupes
Erano i primi decenni del Diciannovesimo Secolo.
La carestia si mostrava con il suo vero volto attraverso la fame. Braccianti e artigiani erano alle strette, vessati dai signorotti delle terre e dalle tasse.
Il giovane Vincenzo viveva a Roccella, ai piedi della rupe. Commerciava beni di prima necessità caricando sulle spalle la sua merce per rifornire i paesi limitrofi. Sottobanco, solo agli
amici più fidati, vendeva uno stomatico di infusi d’erbe in distillato, estratto personalmente durante la notte ai piedi della rupe in cui viveva, per non destare sospetti ad occhi indiscreti.
Degli ingredienti e della modalità di realizzazione custodiva gelosamente la ricetta tramandatagli dalla cara madre.
Fu in una di quelle notti mentre intento a distillare che conobbe Pietro, un giovane avvocato di Roccella di distinta e buona famiglia che si incontrava per discutere, insieme ad altri amici
della riviera, all’ombra della notte, a due passi dalla piccola distilleria abusiva.
Vincenzo, diffidente inizialmente, accettò di far provare il suo infuso che continuò a portare di notte per alcuni anni. Non osò mai chiedere di cosa si dialogasse in quegli incontri segreti,
neppure quando la confidenza fu maggiore. Aveva intuito, però, che i giovani erano poeti, sognatori, portatori e testimoni di una morale tollerante e rispettosa nei confronti di tutti gli uomini
e della loro dignità. Qualche volta, dopo aver lasciato l’infuso d’erbe da degustare, sentì in lontananza Pietro chiamare il liquore “Rupes”, alzando i calici all’esclamazione “Evviva la Liberà”;
“Evviva la Patria”.
Non capì mai perché Pietro e i suoi amici da lì a poco pagarono quegli incontri con la vita, giustiziati pubblicamente.
Custodì gelosamente il segreto di averli incontrati e, per paura, non produsse più il Rupes tanto caro a quei giovani.
Passarono molti anni e Vincenzo, poco prima di lasciare la vita terrena, alla fine del XIX secolo, fece in tempo a strappare un’ultima promessa al figlio, non prima di avergli raccontato di quei
giovani e del loro sogno di Libertà: “La ricetta di Rupes dovrà essere tramandata ma il racconto di quegli incontri dovrà rimanere un segreto almeno per un secolo”; quasi aleggiasse ancora la
paura di quel Regno despota e prepotente, ormai retaggio del passato.
La promessa fu mantenuta. Quella ricetta fu custodita gelosamente e tramandata da padre in figlio per quattro generazioni.
Oggi, grazie alla passione per il commercio di Vincenzo, esiste nella Locride un’importate realtà imprenditoriale.
Rupes fonde le sue radici con la grande storia italiana che ebbe inizio da un piccolo paese delle Calabrie, dall’incontro tra un semplice commerciante con alcuni giovani dagli alti ideali.
Per celebrare la memoria dell’antenato che quasi due secoli fa avviò l’attività di famiglia, si è deciso di ridare vita al “Rupes”, affidando la ricetta ad un’affermata distilleria italiana che
da 75 anni si distingue nel settore e utilizza erbe officinali calabresi di alta qualità.
Oggi Rupes racconta dell’incontro di Pietro con Vincenzo in una notte di quasi due secoli fa; ci piace pensare che tra quei brindisi si formò l’ideale d’Unità tanto cara ai precursori dei moti
che da lì a poco resero l’Italia Libera.
Oggi Rupes ci parla di semplicità, raffinatezza, fermezza ed allo stesso tempo di grandi gesta.
Oggi, L’Amaro Rupes regala al palato un piacere quotidiano, dal sapore tutto italiano